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Gli atteggiamenti e il ruolo della globalizzazione della lingua inglese dopo la seconda guerra mondiale in Italia

Lauren Woodward is an undergraduate student at the University of Illinois at Urbana-Champaign, majoring in Italian. She wrote this blog entry on attitudes towards English and the role of English as a language of choice in higher education in Italy in the EUC sponsored ‘Language and Minorities in Europe’ (ITAL 418) course in the spring of 2013.

by Lauren Woodward

Poiché sono una madrelingua inglese che abita negli Stati Uniti penso che sia facile per gli Americani, in un mondo dove Inglese è una lingua franca globale, immaginare che tutti parlino almeno un po’ di Inglese o che l’Inglese sarà utilizzabile all’estero. Penso anche che diamo per scontata la diffusione di una lingua in altre culture. L’Inglese è in crescita, particolarmente nell’ultimo secolo, e più un mondo è globalizzato più l’Inglese è integrato in altre culture e società.  Se l’atteggiamento verso una lingua è positivo poi la richiesta di quella lingua aumenterà e sarà accettata socialmente e linguisticamente in una diversa società.

In Italia, la prospettiva dell’Inglese è cambiata durante l’ultimo secolo a causa degli eventi sociali, storici, e politici. L’Italia era xenofoba durante l’epoca fascista all’inizio del ventesimo secolo, ma immediatamente dopo la seconda guerra mondiale l’Inglese era ben accolto grazie all’immagine positiva di rivoluzione, controcultura, e il cambiamento che erano collegati in un’era post-Nazista (Botticella). L’emigrazione, i media, la democrazia, e l’idea del “sogno americano” sono qualche elemento che hanno contribuito all’integrazione continua dell’Inglese in Italia (Pulcini 77-78). L’aumento delle parole inglesi prestate all’Italiano, specialmente con l’espansione nella scienza, tecnologia, business, ed economia, ha aiutato non solo a lanciare l’Inglese in una piattaforma globale ma anche a indurre altri paesi e culture a incorporare questa lingua nella loro cultura e comunicazione (Pulcini 79).

Scienza, ingegneria, e business internazionale sono argomenti importanti nel mondo moderno e integrano l’Inglese. In modo da accedere al mercato globalizzato in continua evoluzione, una cultura ed un paese sono costretti a seguire i parametri di quel mercato. In Italia, la richiesta dell’Inglese aumenta e produce cambiamenti all’interno della nazione. Gli atteggiamenti culturali verso una lingua possono fare la differenza nel ciclo vitale di una lingua, il mantenimento, o la sua morte. Circa l’apprendimento dell’Inglese come lingua straniera in Italia, questa è una lingua la cui domanda è in crescita e con la più alta percentuale (60%) di studenti che vogliano studiarla rispetto ad altre lingue straniere come Tedesco, Francese, e Spagnolo (Pulcini 82). Ora che l’Inglese è usato più di prima in Europa, in particolare nell’Unione Europea, e nei contesti internazionali di affari e business, è essenziale conoscere la lingua per rimanere in gioco in un mercato globalizzato.

L’Italia accetta la sfida e spinge per usare di più l’Inglese nel proprio sistema educativo. L’università del Politecnico di Milano trasformerà completamente la maggior parte dei propri corsi di studio in Inglese – incluse le lauree specialistiche – a cominciare dal 2014 (Coughlan).

Iniziative come questa certamente miglioreranno le capacità degli Italiani nell’acquisire ed aggiornare la lingua Inglese e ancora più importante manterranno l’Italia sulla mappa del mercato globale. Il Professore Giovanni Azzone, che è anche il rettore del Politecnico di Milano, dichiara,"It's extremely important, at present you have two choices. You can either stay isolated in your own country - which is not realistic in a global world. The other is to open up and be able to work in an international context. Either our university will understand that or else our country will be isolated, which is unbearable for a country like Italy. [È estremamente importante: al momento ci sono due scelte. Restare isolati nel proprio paese – il che non è realistico in un mondo globalizzato. L’altra opzione è aprirsi e essere capace di lavorare in un contesto internazionale. O la nostra università lo capisce oppure il nostro paese diventerà isolato, cosa insopportabile per una nazione come l’Italia.]" (Coughlan; Coughlan trans. Berni and Colzani). Vedremo se altre università in Italia seguiranno l’iniziativa in una manciata d’anni.

Source: http://www.bbc.co.uk/news/business-17958520
In riferimento a questa crescita dell’integrazione dell’Inglese dovuta ad atteggiamenti positivi e applicazioni collegate alla lingua, non sto affermando che gli Italiani stiano considerando l’Inglese più importante della loro lingua nativa; conoscendo la cultura italiana non credo che sarebbe possibile.  In ogni caso, c’è una differenza tra quello che sta facendo l’Italia e quello che sta facendo la Francia, ad esempio, per quanto riguarda gli atteggiamenti linguistici verso le lingue straniere. Gli Italiani sanno che per promuovere la loro cultura e le loro idee su scala globale devono essere capaci di connettersi al resto del mondo attraverso un medium. Invece di imporre la lingua Italiana a tutti, cosi come fanno i Francesi con la lingua Francese, l’atteggiamento è di dare precedenza all’Inglese come seconda lingua da imparare. Come ha detto il professore Azzone: questa è la differenza tra l’isolazionismo culturale e l’inclusione culturale su scala internazionale.


Other Interesting and Related Link(s):
David Crystal video http://www.youtube.com/watch?v=tLYk4vKBdUo.

Sources

Botticella, Tania. “‘Si, Parliamo Itangliano, Baby!’ Italian English Revisited.” Computing in the
Humanities and Social Sciences. University of Toronto, 2007. Web. 1 April 2013.
 <http://homes.chass.utoronto.ca/~cpercy/courses/eng6365-botticella.htm>

Coughlan, Sean. “Italian University Switches to English.” BBC Business News, BBC. 16 May
2012. Web. 1 April 2013. <http://www.bbc.co.uk/news/business-17958520>

Coughlan, Sean. “Italian University Switches to English.” Trans. Emanuela Berni and Mara
Colzani. ItaliaDallEstero, Il Fatto Quotidiano. 21 October 2012. Web. 26 April 2013.
<http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/21/politecnico-di-milano-in-english-please/388811/>

Crystal, David. “Should English be Taught as a ‘Global’ Language?” Online video clip. Youtube.
Youtube. 18 April 2010. Web. 1 April 2013. <http://www.youtube.com/watch?v=tLYk4vKBdUo>

Pulcini, Virginia. "Attitudes toward the spread of English in Italy." World Englishes 16.1
(1997): 77-85. ERIC. Web. 1 Apr. 2013.

Proofread and corrected by Davide di Summa

Comments

  1. [note: The EU Center is posting the following comment upon request]

    Decidedly, multilingualism in Europe is a hot topic! We have learned that just a few weeks after Lauren had submitted her blog text to Linguis Europae in early May 2013 the Regional Administrative Court of Lombardia ruled against “the obligatory and exclusive use of English” at the Milan Polytechnic. We will stay tuned for the administrative and academic consequences of this legal decision. In the meantime, we would like to thank the Réseau Francophone de Sociolinguistique (Francophone Sociolinguistics Network) http://rfs.socioling.org/liste-de-diffusion/ for diffusing this piece of information coincidentally a few hours before this blog was published. Below is a summary in English of the excerpts published on the site of the European Observatory for Plurilingualism (EOP) in French and Italian on May 31, 2013. The Court’s decision (in Italian) is accessible from the EOP website.

    The Regional Administrative Court of Lombardia ruled against the decision of the Academic Senate of the Milan Polytechnic. Although the Court does not deny that the use of English is particularly widespread, it did not find that "the obligatory and exclusive use of English helps the internationalization of the Atheneum (Academia)". The Court found "no correlation between the use of English and the possibility to spread knowledge, didactics, and modalities of teaching practiced at the Milan Polytechnic, as far as course content for the Teachers’ College diplomas and doctorates are concerned". The Court also maintains that "the exclusion of Italian from specialty teaching indicates a unidirectional opening towards the world, or a means in favor of the diffusion of knowledge and values typically expressed in that particular language, while internationalization should also imply the diffusion of knowledge and values carried by the Italian culture and manifested in the Italian language". Finally, the Court sees the substitution of English for Italian as an issue of legal and constitutional consequences concerning Italian citizens' rights to teach and learn.

    Our summary from: http://www.observatoireplurilinguisme.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=7997&Itemid=1

    —Zsuzsanna Fagyal
    —Eda Derhemi

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